SIAE e il ruolo di rappresentanza: una posizione sempre più marginale nel mercato globale

Ha ancora senso affidarsi a SIAE per la tutela dei propri brani? Può SIAE continuare a esercitare la sua influenza in un mercato che sta diventando sempre più competitivo e dinamico?
Il ruolo di rappresentanza di SIAE nel mondo
SIAE ha accordi di rappresentanza con ben 288 società di collecting rights in tutto il mondo, un numero che, a prima vista, potrebbe sembrare significativo. Tuttavia, se analizziamo il mercato globale della musica e le dinamiche che stanno evolvendo, ci rendiamo conto che la situazione potrebbe essere ben più complessa di quanto sembri. Con l’emergere di nuovi attori nel panorama del diritto d’autore e l’inasprirsi della concorrenza, SIAE si trova a dover affrontare sfide che potrebbero segnare un cambiamento epocale per l’intero settore.
La musica che ascoltiamo: un panorama internazionale sempre più complesso
Quando pensiamo alla musica che ascoltiamo in Italia, difficilmente ci limitiamo ad ascoltare solo artisti italiani. Il panorama musicale globale è sempre più ricco di influenze internazionali, e in particolare, ascoltiamo una buona quantità di musica proveniente da Stati Uniti, Regno Unito e altri paesi anglosassoni. In questo contesto, è interessante notare che gran parte di questa musica è gestita da due colossi mondiali della gestione dei diritti d’autore: BMI (Broadcast Music, Inc.) e ASCAP (American Society of Composers, Authors, and Publishers).
Fino a poco tempo fa, la SIAE si era vantata di avere accordi di rappresentanza con queste grandi collecting society internazionali, ma qualcosa sta cambiando. Quello che molti non sanno, infatti, è che una delle più grandi società di collecting degli Stati Uniti, SESAC (Society of European Stage Authors and Composers), ha recentemente tolto il mandato a SIAE e lo ha affidato a Soundreef.
La scelta di SESAC e il futuro delle collecting society americane in Italia
SESAC è una delle principali collecting society negli Stati Uniti, e il fatto che abbia scelto di affidarsi a Soundreef per la gestione dei diritti degli autori italiani è una mossa che non può passare inosservata. Non solo per il fatto che Soundreef sta acquisendo sempre più spazio nel panorama del diritto d’autore, ma anche per l’importanza di questo accordo: significa che, se SESAC si dovesse trovare soddisfatta della sua collaborazione con Soundreef, altre grandi collecting society come BMI ed ASCAP potrebbero decidere di seguire la stessa strada.
Se ciò accadesse, ci troveremmo di fronte a un cambio di paradigma che potrebbe rivoluzionare l’intero mercato del diritto d’autore in Italia. Improvvisamente, tutto il catalogo musicale americano, ovvero una buona parte della musica che ascoltiamo quotidianamente, passerebbe sotto il controllo di Soundreef. Questo potrebbe significare un’incredibile opportunità per Soundreef, ma anche una sfida enorme per la SIAE, che potrebbe trovarsi a dover fronteggiare un mercato in cui i suoi alleati più forti hanno scelto un altro interlocutore.
E ora? Che dire di SIAE?
In questo scenario, il ruolo della SIAE, pur vantando un numero di accordi con 288 collecting society in tutto il mondo, rischia di essere ridotto a quello di un attore marginale. Se le major della musica internazionale dovessero scegliere di abbandonare la SIAE e affidarsi a una realtà più dinamica come Soundreef, il panorama del diritto d’autore italiano potrebbe cambiare radicalmente. La SIAE, invece di rappresentare l’unico punto di riferimento, potrebbe trovarsi a competere con realtà più moderne, che offrono tariffe più competitive e, soprattutto, una gestione più trasparente e innovativa dei diritti.
Il fatto che società come SESAC abbiano scelto di affidarsi a Soundreef per la gestione dei diritti d’autore in Italia non è solo un segnale di cambiamento, ma una dimostrazione tangibile che il libero mercato sta crescendo e diventando sempre più una realtà concreta anche nel settore del diritto d’autore. La domanda che ora ci si pone è: può SIAE continuare a mantenere il suo ruolo di attore centrale, o dovrà adattarsi a un mercato in cui la concorrenza è sempre più forte e le soluzioni alternative stanno conquistando terreno?
Conclusione
Il futuro del diritto d’autore in Italia è incerto, e SIAE dovrà fare i conti con la realtà di un mercato in cui gli utenti hanno la possibilità di scegliere tra più attori, ognuno con le proprie offerte. L’inclusione di Soundreef in questo contesto, grazie alla sua capacità di attrarre importanti società internazionali come SESAC, potrebbe segnare una svolta. E se altre big del settore come BMI e ASCAP decidessero di seguirne l’esempio, ci troveremmo di fronte a un cambiamento epocale.
La domanda a questo punto è semplice: ha ancora senso affidarsi a un ente che non riesce a stare al passo con i tempi? E, soprattutto, può SIAE continuare a esercitare la sua influenza in un mercato che sta diventando sempre più competitivo e dinamico?
Di Matteo Perrone