Recensione SONG OF THE PRAIRIE – Danilo Gemma
Prendi “Song of the Praire” e capisci come, a volte, la tristezza o, ancora meglio, la malinconia non sia uno status negativo, anzi. Questa รจ la riflessione che ci รจ venuta in testa al termine dell’ascolto di questa compilation contraddistinta da composizioni eleganti e tutte accumunate da una note dolce-amara che ce le ha rese, sin da subito, particolarmente simpatiche. Giร perchรฉ a metร strada tra una colonna sonora di un film mai girato e alcune ost dei videogiochi del nostro cuore, pezzi come “Clover” ci hanno impressionato per il loro arrangiamento.
Arrangiamento che, beninteso, รจ lungi dall’essere particolare o eccezionalmente significativo. Gli arrangiamenti di questa compilation sono praticamente tutti semplici e lineari ma, forse proprio per questo, riescono a installarsi nella nostra memoria e a non uscirne mai piรน. Sono piccole pezzi ambient dal sapore classicheggiante che iniziano come ballad per pianoforte e poi, piano piano, talvolta crescono in orchestrazioni piรน complesse.
Su tutto, comunque, vige quell’aurea di semplice malinconia di cui parlavamo prima. E allora, in questi pomeriggio infiniti di giugno, non ci resta che lasciarci sprofondare dentro questa compilation. Forse non la migliore compilation della nostra vita ma neppure la peggiore: e allora, dai, prima di uscire, finalmente, fuori di casa un ultimo sguardo all’arredamento con in sottofondo “Clouds“.
Fonte: rockit.it